Égyptologie
Il papiro di Kha

30 €
ISBN ITA 9791280608062 16 x 24 cm, 568 p., 2019, 990 gr
Auteur: Luca Peis
Il 16 febbraio 1906, dopo giorni trascorsi a scavare tra enormi cumuli di detriti e tra tombe depredate da secoli, il prof. Ernesto Schiaparelli ed i suoi collaboratori individuarono a Deir el-Medina l’ingresso di un sepolcro che risultò incredibilmente ancora inviolato. Era la tomba del “Capo dei lavori” o architetto Kha e di sua moglie Merit, rimasta occultata per più di 3300 anni. Agli occhi di coloro che entrarono nella camera sepolcrale apparve, ordinatamente disposto, un ricco corredo funerario, comprendente anche due enormi sarcofagi lignei. All’interno del più grande, delicatamente ripiegato, fu rinvenuto un papiro funerario lungo quasi 14 metri. Era il cosiddetto “Per-em-heru” o “Libro per uscire al giorno”, più conosciuto come “Libro dei Morti”; questo documento papiraceo rappresentava uno dei più antichi esemplari allora conosciuti.
A più di un secolo dalla sua scoperta, vogliamo quindi ricordare la figura di Ernesto Schiaparelli, comprendere il significato ed il ruolo che ebbe il sito di Deir el-Medina, ma soprattutto offrire la traduzione integrale di questo importante papiro della XVIII Dinastia. Cercheremo di scoprire chi fu effettivamente quell’uomo di nome Kha, che visse ed ebbe una prestigiosa carriera sotto i più grandi Faraoni del suo tempo; leggeremo in particolare ciò che conteneva quel papiro funerario che egli volle portare con sé nella tomba e che avrebbe rappresentato il suo sicuro “lasciapassare” per l’aldilà, per la vita eterna.
Nel 1906 Ernesto Schiaparelli scoprì nel villaggio di Deir el Medina la tomba intatta dell’architetto Kha e di sua moglie Merit. All’interno del sarcofago più grande venne ritrovato un papiro funerario lungo quasi 14 m. Era il “Peremheru” o Libro dei Morti di Kha, oggi conservato al Museo Egizio di Torino.